Rafa Benitez presenta la gara Napoli-Parma in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.
Prima sul calendario: “Abbiamo avuto poco tempo per fare il calendario. Tutti hanno mostrato professionalità, è stato più semplice di quello che sembra perché noi arrivavamo e in 30 minuti tutto era fatto. Ringrazio tutti, è una cosa diversa e ogni giorno vai a letto e impari qualcosa di nuovo, è stata una bella esperienza”.
Interviene Formisano: “Abbiamo messo in vendita 70 mila copie ma i risultati non influiscono sulla qualità dei nostri prodotti. L’idea dell’antica Grecia ha preso forma da qualche anno. Insigne è stato il più simpatico di tutti. Sono un collezionista del calendario Pirelli, mi manca quello del ’64. Il nostro però non ha nulla da invidiare”.
La parola passa di nuovo a Benitez: “Un mese prima i giocatori sapevamo e andavano in palestra perché dovevamo fare il calendario e stare in forma, e dopo si guardavano il braccio, il petto…”.
Dopo Milano sono giorni difficili questi?
“Assolutamente no. In Spagna si dice “L’uomo è l’unico animale che inciampa due volte sulla stessa pietra” e qui ogni due-tre settimane le opinioni cambiano. Si dice Koulibaly è scarso, David Lopez inutile, mentre è il più importante a centrocampo. Devo essere tranquillo, avere equilibri, devo continuare per la mia strada. Dobbiamo trovare una soluzione, parlare e alla fine vediamo dove siamo. La partita contro il Parma non è facile: sono ultimi in classifica ma basta vedere le partite e capire che giocano bene. Se si vince si parla bene, se si perde si parla male. Oggi il Napoli ha un livello internazionale e anche Raul Gonzalez, ex Real Madrid, ha detto che gli piace vedere il Napoli in serie A. Abbiamo espresso un calcio che mancava qui da 20 anni, non da 2 o 3 anni”.
Lei ha sempre detto che col presidente la pensate allo stesso modo ma il ritiro non va contro le sue idee?
“Noi siamo d’accordo sempre, sappiamo entrambi cosa vogliamo. Abbiamo deciso di pranzare insieme perché parlare tutti insieme porta solo positività. Ora siamo a 2 punti dal terzo posto e ne abbiamo persi 10 senza meritarlo. Poi ci sono stati anche i nostri errori in difesa ma possiamo migliorare e cerchiamo soluzioni attraverso gli allenamenti. Problemi non ce ne sono e se non si vince col Parma si parla di crisi. A Napoli c’è l’idea dell’autodistruzione, si dice perché siamo fatti così, ma noi non siamo fatti così, non bisogna essere così anche se i napoletani dicono che sono così. Non preoccupiamoci dei cori di discriminazione o individuare i colpevoli, noi restiamo uniti per vincere. Dipende da noi, bisogna dare il 100% e non solo dirlo, così torneremo al livello mostrato tantissime volte. Per attrarre giocatori di livello abbiamo bisogno di andare avanti in Europa. L’anno scorso l’80% delle squadre che hanno cambiato modulo sono arrivate ultime. Dobbiamo vedere le cose più semplici”.
A Milano siete stati poco convincenti.
“Ho perso il conto delle volte in cui sono uscito dalla panchina. Parlavo anche con Pecchia per capire cosa bisognava cambiare. La reazione c’è stata ed attaccavamo, ma poi c’è stato un altro errore e l’abbiamo pagato. Non serve sempre urlare”.
Arrivare terzi sarebbe un fallimento?
“Dobbiamo dimostrare partita dopo partita e poi vedremo. La squadra ha la potenzialità anche di puntare più in alto”.
Se vinciamo contro la Juve gli altri che diranno?
“Prima c’è il Parma, è inutile parlare della Juventus. Questa squadra ha incantato tutti perché gioca un bel calcio e deve tornare a dimostralo dalla prossima partita”.
Come si possono non ripetere gli stessi errori?
“Quando si gioca una finale con la Juve è facile trovare motivazione; anche la gara con il Parma deve essere una finale. Dobbiamo fare bene in attacco con più reti. Serve più cattiveria ed intensità. Dobbiamo correre di più, lo sappiamo. Questa squadra ha incantato i tifosi nel mondo per il suo calcio, dobbiamo tornare a fare così. Abbiamo bisogno di tempo, questa squadra per me è migliorata. La squadra prima aveva problemi con le piccole ora solo per episodi, come contro il Palermo, il Cagliari e l’Empoli. Piccole cose ma nessuno parla del rigore che c’era contro il Palermo e dei due contro la Sampdoria, non è nel mio stile parlare di questo. La nostra forza era l’attacco“.
Adesso sembra che tutti sentano la mancanza di Insigne. Cosa ne pensa?
“Prima si diceva che doveva giocare Mertens, ora che si è fatto male Insigne tutti lo rimpiangono. Mi hanno criticato quando ho messo Ghoulam alto, o Hamsik in un altro ruolo ma non avevo uomini. Oggi ancora dobbiamo trovare equilibrio, c’è troppa autodistruzione qui mentre per stare ad alti livelli servirebbe stare spalla a spalla e lavorare tanto. Abbiamo cambiato molte cose come la marcatura più alta ma il problema non è il modulo che anche le prime due l’anno scorso non hanno mai cambiato. La gente vuole un calcio propositivo ed allora dobbiamo seguire questa squadra”.
Domani ci sarà il problema diffidati.
“Noi non possiamo cambiare nulla adesso. Chi gioca una partita in più ha un problema ma noi lo affrontiamo. Abbiamo lavorato con questa idea, il discorso dell’allenatore non cambia nulla. Conoscevamo la situazione dei diffidati prima della Supercoppa, abbiamo fatto scelte anche in base a possibili squalifiche”.
Esiste la possibilità che resti 10 anni qua?
“Non voglio parlare di questo, dobbiamo concentraci su quello che abbiamo adesso. I calciatori sanno qual è la situazione, lo sapevano anche prima della Roma e hanno giocato bene. Abbiamo una squadra nuova, più giovane, con più valore: l’importante sarà crescere con un allenatore o con un altro. Non posso andare a Liverpool perché sto bene qua. Poi dopo sei mesi, dopo un anno, non lo so. Ho detto no a due offerte che mi offrivano di più e 4 anni di contratto e ho detto di no. Se nessuno l’ha saputo non devo dirlo quali sono le due squadre”.
La domanda del nostro direttore: Può spiegare cosa significa giocare con un centrocampo a due, e cosa succede se si cambia modulo?
“Ogni fase difensiva inizia dagli attaccanti. Noi analizziamo tutto anche se vinciamo e spiego ai giocatori cosa fare. La difesa va rinforzata anche grazie all’aiuto del centrocampo e le ali devono fare bene il loro lavoro. Non è una questione di modulo ma di movimenti dei giocatori. Sta ai giocatori capire il l’idea di calcio che abbiamo, di certo non possono scendere in campo col manuale da calcio. I giocatori forti sono quelli che capiscono il gioco. La coperta diventa corta se difendiamo di più al centro ed in attacco non ci sono i giusti movimenti”.
Come può acquisire la squadra la giusta cattiveria? Perché sembra mancare proprio quella.
“La cattiveria non si compra. Noi lavoriamo e urliamo ma questo li fa correre di più, di certo non giocare meglio”.
Ci sono giocatori che dovono continuare a crescere.
“Koulibaly ha bisogno di tempo, è giovane. Insigne ha lavorato bene ed è cresciuto, ma è passato del tempo. Lorenzo ha una capacità fisica ottima, buon livello tecnico e ascolta e cresce bene. Albiol, invece, deve crescere di concentrazione ma non sono gli unici, tutti devono migliorare in qualcosa. Se non c’è tempo e tutti dicono che le cose non vanno bene è difficile. Se poi compro Cristiano Ronaldo sicuramente in panchina non scrivo nulla più”.
Prima ha detto che a Napoli c’è autodistruzione. Perché?
“Perché non è questa la strada giusta, mentre se restiamo tutti uniti allora all’obiettivo si arriva più facilmente. Al Chelsea c’era chi criticava ma si accetta e si continua a lavorare, ma non vorrei le solite cose che Benitez è un fenomeno, poi non lo è più ogni settimana. Non so dove saremo il prossimo anno ma voglio solo il meglio per il Napoli”.