L’ex mister del Napoli ora al Newcastle ha rilasciato un’intervista a “La Repubblica”. Di seguito alcune sue dichiarazioni.
“Napoli è simile alla Spagna, dall’ architettura al modo di vivere. Mi sono sentito subito a casa. E anche in campo abbiamo lavorato bene, soprattutto durante la prima stagione. Il risultato della seconda fu compromesso da un rigore sbagliato nell’ ultima sfida, che ci fece scivolare dal terzo al quinto posto. Il vero errore era stato già compiuto a monte però, sul mercato. Bastava prendere un giocatore, anzi trattenerlo. Mi riferisco al nostro portiere, che era anche il leader della squadra. Pure in questo caso i fatti mi hanno dato ragione: Reina è ritornato in maglia azzurra e sta facendo di nuovo la differenza.
Sarei andato via anche senza Real, per lavorare insieme e farlo bene bisogna essere tutti convinti, al 100 per 100. Era il momento giusto per cambiare, per me e anche per la società. Il mio tempo con il Napoli era finito e sarei andato via lo stesso, a prescindere dall’ offerta del Real Madrid.
Higuaín dal Napoli alla Juve? La scelta di Gonzalo mi ha stupito ed effettivamente è stata un po’ strana, per la rivalità che c’ è tra le due squadre e pure tra le città. Ma è stata una sua decisione e io devo rispettarla: non importa se mi sia piaciuta o no.
Sono rimasto un tifoso del Napoli e appena posso lo guardo alla tv. Ho seguito le ultime partite con la Roma, il Manchester City e l’ Inter. Mi piace soprattutto vedere i progressi dei tanti giocatori che c’erano già con me e continuano a scendere in campo con la stessa mentalità offensiva.
Ora hanno una convinzione nei loro mezzi molto maggiore, visto che ormai vivono in Italia da tanti anni e si sono ambientati meglio. Cos’ha questo Napoli più del mio? Anche con me la squadra segnava tanti gol, mentre in difesa ci mancava qualcosa e soprattutto nella seconda stagione pagammo a caro prezzo alcuni errori individuali. Sarri ha lavorato parecchio sulla solidità del reparto arretrato e lo ha fatto molto bene, agevolato pure dall’ affiatamento di giocatori come Albiol, Koulibaly e Ghoulam, che ormai si conoscono a memoria. L’ esperienza è un bel vantaggio. E anche avere Reina alle spalle. Sono rimasto in contatto con parecchi giocatori e pure con qualche dipendente del Napoli. So che cosa fanno, mi tengo informato. De Laurentiis non l’ho più sentito, non è capitato.
Sarri? È un bravo allenatore e nel Napoli ha trovato la squadra giusta per fare quello che aveva in mente. Sta lavorando molto sulla difesa e sul pressing alto, che nella serie A si possono fare e in altri campionati no, per esempio in quello inglese. Si sono viste le difficoltà della difesa azzurra contro il City, in una partita giocata su ritmi diversi. Bel gioco o risultati? Servono entrambi. Se la squadra gioca bene, ci sono più possibilità di vincere. Ma il ricamo non deve mai rimanere fine a sé stesso o esasperato, solo per sentirsi alla moda. Il possesso palla va sempre finalizzato alla ricerca del gol, altrimenti ha poco senso”.
Per leggere l’intera intervista vi rimandiamo all’edizione odierna de “La Repubblica”.