Andrea Belotti è l’ultima suggestione per quanto riguarda l’attacco del Napoli nonostante la pronta smentita da parte del Torino.
Andrea Belotti, nato a Calcinate in provincia di Bergamo, il 20 dicembre 1993. A 25 anni ancora da compiere è già uno degli attaccanti più importanti della Serie A, nazionale italiano e capitano del Torino. La sua valutazione è superiore ai 50 milioni di euro ed è giustificata da una media gol in Serie A che, anche se macchiata dall’ultima, deludente stagione, è superiore al gol ogni due partite.
La sua carriera inizia nel 2012 all’Albinoleffe, in Serie B e a 18 anni segna all’esordio, entrando nel secondo tempo contro il Livorno. Chiuderà la stagione con 8 presenze e 2 gol. Nella successiva sarà il giocatore della squadra con più presenze e gol segnati, 12 in 31 gare. Tanto vale a suscitare l’interesse del Palermo che lo porta in Sicilia con la formula del prestito oneroso (500 mila euro) con diritto di riscatto. Riscatto che verrà esercitato per una cifra complessiva di 6 milioni di euro dopo 10 gol e 4 assist nelle 24 partite giocate, contribuendo a riportare i rosanero in Serie A. A 20 anni gioca la sua prima stagione nella massima serie, entrando spesso a partita in corso prende parte a tutte le 38 gare segnado 6 gol.
Nell’estate del 2015 passa al Torino per 7 milioni e mezzo. 12 gol e 5 assist nella prima stagione, eguagliando il primato personale raggiunto con l’Albinoleffe. E’ solo il preludio a quella che sarà la sua migliore stagione in assoluto, la seconda in maglia granata: 26 gol in e 8 assist in 35 partite, terzo posto nella classifica cannonieri dietro Edin Dzeko e Dries Mertens e fascia da capitano al braccio. Nella successiva viene falcidiato da infortuni non particolarmente gravi, ma che ne minano in modo drastico il rendimento. Chiude infatti la stagione 2017/18 con 10 gol e 5 assist.
A 25 anni la sua carriera è ad un bivio importante, raramente si sono visti attaccanti capaci, come lui, di impressoinare per fisicità e potenza, capacità di coordinazione e di inquadrare la porta, ma deve dimostrare ora di essere un attaccante da grande squadra. Il Gallo ha mostrato nel corso di questi anni di poter sovrastare gli avversari non tanto per tecnica, ma per determinazione, forza e scelta di tempo, con esplosività. Il suo gioco è fatto di strappi, corsa, contatti sia per quanto riguarda i duelli aerei (10 gol di testa due stagioni fa) e corpo a corpo per farsi strada in progressione palla al piede verso la porta. Ha inoltre molta dimistichezza con il pallone che lo rende capace di lanciare i compagni e di partecipare alla costruzione del gioco ed è il giocatore ideal per conquistare e proteggere palloni sporchi lanciati dalla propria difesa.