L’esperto di finanza ha spiegato la strategia dei rossoneri su Goal.com. Vi riportiamo di seguito le parti più salienti dell’articolo, visibile integralmente qui:
“Il Milan sta sfruttando lo spazio di azione derivante dalle regole del fair play finanziario Uefa. Il Milan infatti è nettamente oltre i paletti. Negli ultimi tre anni ha accumulato perdite per 250 milioni rispetto a un limite consentito di 30 milioni. Con la conquista dell’Europa League la società è tornata sotto il monitoraggio della Uefa. Ma le valutazioni degli organi di controllo della Uefa partiranno dall’autunno ed eventuali sanzioni saranno applicabili solo dalla prossima stagione. Quindi in questa finestra di mercato il club rossonero non ha limiti come quelli imposti al contrario a Inter e Roma.
Nel frattempo la dirigenza rossonera tenterà di evitare le sanzioni più severe aderendo al cosiddetto “Voluntary Agreement”. La Uefa concede ai club con nuove proprietà che devono sostenere investimenti per il rilancio di derogare ai parametri del fair play finanziario a patto che ci sia un piano credibile di sviluppo dei ricavi e quindi di rientro nelle regole in un arco temporale di 3/5 anni. Se non ci si riesce, la sanzione è ancora più grave rispetto a quella che la Uefa avrebbe applicato autonomamente. Ora, di fronte al business plan già presentato da Yonghong Li, la Uefa ha deciso di soprassedere.
La crescita di fatturato e di utili ipotizzata è sembrata troppo accelerata per accoglierla senza obiezioni. Si parla di un fatturato praticamente raddoppiato fra il 2018 e il 2022, da 250 a oltre 500 milioni, sospinto dai ricavi Champions e dagli introiti commerciali in Cina, area da cui potrebbero provenire più di 200 milioni a stagione. La Uefa però non ha rigettato in toto la proposta, chiedendo alla proprietà rossonera di motivarla meglio e rinviando ogni valutazione ad ottobre.
E qui si spiega la velocità e la perentorietà con cui il nuovo Milan ha operato sul mercato, anche garantendo ai procuratori commissioni nettamente al di sopra della media. La nuova proprietà cinese, dunque, punta a rendere subito competitivo il team per tre diverse ma convergenti ragioni: persuadere la Uefa sulle concrete possibilità di tornare in Champions e incrementare i ricavi rilanciando il business in particolare in Asia; riconquistare la fiducia politica del governo di Pechino persa nel corso della trattativa e magari attirare nuovi soci o partner finanziari cinesi; e, infine, recuperare risorse per far fronte agli impegni finanziari con il fondo Usa Elliot. Quest’ultimo ha in pegno in club e in cambio ha prestato a mister Li circa 320 milioni.”
Fonte: goal.com