Sul successore di Hitzfeld: “Ho la netta sensazione che anche tanti miei compagni preferiscano la continuità e non accetterebbero una rivoluzione. Stiamo lavorando bene, non abbiamo nessuna intenzione di dover ricominciare daccapo. Le persone ideali sono Tami, che conosce bene anche i giovani e ha lavorato fino a poco tempo fa con giocatori importanti che oggi concorrono a formare l’ossatura della squadra maggiore, e Michel Pont, che da tempo lavora col nostro gruppo”.
Sulla squadra unica ticinese: “Mi piacerebbe poter tornare in Ticino ed assistere a qualche partita importante. Se la soluzione passa dal fatto di avere una sola squadra forte piuttosto che tre o quattro di basso livello, speriamo si arrivi presto a quel punto.Ci vuole un progetto forte e coinvolgente, ma non bisogna nemmeno illudersi che la realtà ticinese possa partorire una società dal potenziale enorme. Prima bisognerebbe avere lo stadio, ma mi sembra che in questo senso non si muova nulla”.
Sul Napoli: “Io sto meglio, i dolori al ginocchio sono quasi spariti e questa settimana torno ad allenarmi con la squadra. La sconfitta con la Juve? Ha lasciato il segno per una settimana, ma ci ha fatto più male non essere riusciti a rivaleggiare contro l’Arsenal. Il 3-0 rimediato dai bianconeri è ingannevole: visto così sembra che non ci sia stata partita, ma non è vero, nel secondo tempo siamo stati noi a fare il gioco. Ci siamo rimessi in carreggiata anche dopo la sconfitta contro la Roma. Abbiamo discusso con Benitez, non c’è da allarmarsi e abbiamo trovato aspetti positivi anche nella sconfitta”.
Fonte: Il corriere del Ticino