Hanno fatto il giro del web le immagini della giovane tifosa del Napoli che bacia la maglia, in lacrime dopo un gol.
Ragazza fortunata e come lei milioni di tifosi di calcio sparsi per il mondo.
Amare la maglia è una figata e anche una gran fortuna, poi, se è quella azzurra del Napoli è ancora meglio.
I tifosi non hanno età né sesso, sono come gli angeli.
Vegliano e intercedono in tutti i modi, sacri o profani che siano.
Sono giovani, vecchi, bambini, sono donne e uomini di buona volontà e fede immensa.
Ma soprattutto sono fortunati perché le emozioni che regala il calcio sono impagabili.
Gioie e dolori, ingiustamente distribuiti, perché direttamente proporzionati alla qualità della squadra per la quale si tifa ma questo è un dettaglio.
Il calcio, che nasce democratico, diventa sempre più dittatoriale man mano che si alza il livello ma ogni tifoso, animato dalla propria, incrollabile fede, è convinto di poter vincere prima di ogni partita.
E allora viva il calcio che regala agli appassionati partecipazione, identità e appartenenza nel vuoto emotivo della società moderna.
Viva i tifosi che sono gli scacchi del pallone che altrimenti sarebbe solo una palla, che sono le linee del campo che senza di loro sarebbe solo un prato verde.
I tifosi che sono il dodicesimo uomo e che, quando baciano la maglia, baciano sulle labbra il proprio amore.