A Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto il professor Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova.
“Impedire ai calciatori di raggiungere le loro nazionali? Ci sono paesi che sono molto più indietro a livello di eccitazioni, con una circolazione molto importante a livello di virus. Se mandi in un paese il tuo calciatore, non vaccinato, in un paese dove non c’è una bolla l’indice di rischio è molto alto per quel calciatore che può tornare contagiato. Dopo puoi trovare 10-15 giorni in quarantena quell’atleta. Se ci fosse un protocollo di sicurezza, con solo i soggetti vaccinati, allora la situazione sarebbe diversa. Se parliamo di soggetti vaccinati, però, non ci sono problemi. Si tratta di un atteggiamento di difesa delle leghe. Certo è che se vogliamo vincere la pandemia, non possiamo vaccinare in Italia, ad esempio, e lasciare indietro gli altri paesi. Green pass? La mia posizione è chiara: dobbiamo arrivare all’obbligo vaccinale, ci saremmo dovuti arrivare già da due mesi. Il green pass è stato un incentivo alla vaccinazione: il passaggio successivo è introdurre il green pass per fare tutto. In un mondo ideale, dove sono tutti vaccinati, si evitano i tamponi. È demenziale fare ancora i tamponi ai vaccinati asintomatici. Credo e spero che i no vax abbiano tempo limitato nell’andare ad occupare i nostri ospedali. Non possiamo togliere assistenza ad altri malati per la presenza di no vax, ai malati di tumore o a chi è colpito da infarto. Presto saranno tutti obbligati a vaccinarsi”