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Barella: “Mancini ci ha dato una mentalità vincente”

Barella italia

Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter e della Nazionale italiana, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano.

“La Spagna campione d’Europa, come collettivo, era un centrocampo incredibile. C’erano grandissimi campioni, qui ci sono grandi giocatori, speriamo di fare come loro e magari anche meglio”.

“Si possono vivere emozioni anche senza averle vissute, coi racconti. E’ stato bello, quel 1990, speriamo di farlo rivivere alla gente in un periodo così”. “E’ bello ricevere tanti complimenti. Facciamo un lavoro importante per la squadra, il fulcro di tutto è il gruppo, la forza d’intenti comune. E’ quello che cercheremo di portare fino alla fine della competizione e negli anni. Il centrocampo è il reparto dove passa il gioco, Jorginho e Verratti sono due fenomeni e cercano di far girare la squadra. Io cerco di pensare all’inserimento”.

“Con loro è diverso: Mimmo viene dentro al campo, Fede sta largo, io mi adatto ai loro movimenti ma non cambia niente per me”.

“Siamo tutti titolari, non sono solo io il titolare o Locatelli solo l’alternativa. Ci sono Pessina, Castrovilli, chi è rimasto a casa per infortunio o scelte. Parlare solo di noi tre sarebbe irrispettoso ma insieme a quello dell’Inter è uno dei centrocampi più forti in cui abbia giocato. Però qui mi trovo altrettanto bene. Qui c’è rispetto tra tutti ma dentro di noi creiamo delle rivalità che ci spingono a fare meglio e poi a vincere”.

“Non sbaglia mai, lo fa raramente, è difficile dire che poteva fare meglio o in un altro modo. Ognuno fa il suo gioco, si può sempre far meglio o peggio ma il calcio è così: Jorginho raramente fa male o peggio”.

“Mi stavo scambiando la maglia con Lukaku quando stava parlando il mister… Mi son fatto raccontare dagli altri quel che diceva: però son cose di spogliatoio e non le faccio girare. Sono cose nostre, lo diremo alla fine”.

“Ero dispiaciuto per lui, abbiamo creato qualcosa di speciale ma avrà tante altre occasioni per festeggiare”.

“Hanno avuto grandi campioni che hanno ispirato tutti, come Xavi e Iniesta. E’ facile dire che siamo stati ispirati ma tutti quelli che amano il calcio. Io ho caratteristiche diverse, rivedermi in loro era difficile”.

“Busquets è da tanti anni uno dei migliori al mondo, nella Spagna, nel Barcellona. C’è solo da fargli i complimenti, poi ci sono Pedri, Koke. Sarà una bella partita e cercheremo di battere il loro centrocampo e di battere la Spagna”.

“Segnare un gol è sempre un’emozione. Farlo all’Europeo è ancor più bello. Per me il gol è bellissimo, aiutare la squadra è ancora meglio. Per quanto riguarda Riva, dico che è un mito, irraggiungibile, quel che farò nella mia carriera sarà bellissimo. Spero di avvicinarmi e di rendere orgogliosa la Sardegna”.

“E’ stato strano, non festeggiare perché è successo qualcosa al tuo compagno, un protagonista, è stato difficile. E’ stato il primo gol per il quale non ho esultato a fine partita. Il calcio dà tanto, ci toglie tanto, purtroppo è il nostro lavoro, la nostra passione. Non possiamo far altro che renderlo orgoglioso in altri modi e festeggiare per lui”.

“Hanno caratteristiche diversi, sono tutti e due propensi alla fase offensiva. Eme è un grandissimo giocatore come Spina. Non c’è nessuno preoccupato per questo, nessuno ha niente da consigliare a lui: ha vinto la Champions, ci aiuterà come sempre fatto. Ha già giocato tantissime gare per noi, c’è solo fiducia per lui”.

“Come ho detto da quando sono qui in Nazionale, il mister ci ha dato una mentalità vincente. Giochiamo sempre per vincere, a me è andata sempre bene, ma il mister ha fatto un grandissimo lavoro. La sua mentalità ci ha dato tanto, giochiamo tutte le gare per vincere sempre, fino alla fine. Ora la Spagna: è una gara difficile, siamo due squadre simili, vogliamo entrambe il pallino del gioco, cercheremo di tenerlo noi e di metterli fuori tempo. Spero sia una bella partita, ce la godremo in un grande stadio che è un ambiente fantastico”.
Sulla vittoria dell’Italia U21 contro la Spagna U21 “Andammo sotto, siamo poi riusciti a recuperare. Una gara complicata: la Spagna, sia Nazionale A che giovanili, vuole dominare il gioco. Però avevamo la squadra migliore di quella competizione, purtroppo abbiamo commesso degli errori che non ci hanno permesso di vincere e son stati bravi loro ad arrivare alla finale e vincerla. Però è un bel ricordo: è stata la prima gara importante in una competizione del genere”.

“La parola che le accomuna la tengo dentro di me e la dico alla fine… C’è sicuramente una grandissima unità d’intenti, l’obiettivo era lo Scudetto e ce l’abbiamo fatta. Qui era arrivare più lontano possibile e ce la stiamo facendo alla grande. E poi il gruppo: ha fatto la differenza all’Inter e lo sta facendo qui. Qui è anche più facile, siamo tutti italiani, abbiamo una cultura simile che ci avvicina”.

“Mi sono sempre piaciute le responsabilità. Spero di renderle orgogliose: mi mancano e mando loro un bacio, sperando di festeggiare con loro alla fine”.

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