Armando Caligaris, professore di scienze motorie e personal coach di Balotelli dal 2017, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport:
“Mario ha creduto in un percorso nel quale si è impegnato con anima e corpo. I primi risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Quando era fermo per pubalgia il Nizza gli aveva concesso 3 giorni di riposo, Mario voleva tornare a Brescia ma rimase in Francia con disappunto.
In quel momento ebbi la conferma, Mario è un leone della savana e non avrei lavorato con lui se si fosse omologato a chi lo vuole leone da zoo o da circo.
Non puoi insegnare calcio a Balotelli, gli ho fatto capire che il campione è un concentrato di più talenti e per essere continui bisogna gestire al meglio gli stati dell’attenzione e delle emozioni.
Ho capito che Mario ce l’avrebbe fatta quando mi ha telefonato dopo una partita col PSG in cui aveva segnato e non mi ha parlato del suo goal ma del fatto che non fosse stato ammonito.
Gli chiesi se voleva tornare tra i primi 10 giocatori al mondo e mi rispose che voleva diventare il primo.
Pallone d’Oro? Il vero obiettivo sulla distanza è il Mondiale del 2022 in Qatar, ma un passo alla volta, senza presunzione né fretta”.