Il polacco è clinicamente guarito. E a breve potremmo dire che avrà “battuto” quei colleghi che recentemente si sono infortunati in egual maniera.
Arkadiusz Milik, a partire da domani, sarà per la prima volta agli ordini di Maurizio Sarri dopo la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, avvenuta lo scorso 8 ottobre. Bella, bellissima notizia: l’ultimo controllo del Prof. Mariani ha dato esito positivo.
Si tratta di un altro grande step raggiunto da un calciatore molto volenteroso, anche se la montagna non è ancora stata scalata del tutto. Milik ripartirà dalle primissime sgambature di allenamento con annesse partitine: un reintegro in gruppo, inteso come punto di partenza di una nuova tabella di marcia, che ha come obiettivo il ritorno in campo.
Non parliamo di dopodomani, ovvio. Ma a rassicurare è lo stesso staff sanitario azzurro: la proiezione è prevista “tra quindici giorni”, si è sbilanciato il Dottor Alfonso De Nicola parlando alla radio ufficiale.
In pratica, se la stessa previsione venisse rispettata, Milik potrebbe essere “convocabile” per il quarto di finale di Coppa Italia, in programma il 24 gennaio contro la Fiorentina.
Uno scenario non unico, perchè esistono sempre i “miracoli” firmati Baggio (2002) e Totti (2008), che ancora “rivendicano” recuperi di 76 e 81 giorni, ma certamente raro, se parametrato alla recente casistica. I vari Mario Rui e Rudiger, ad esempio, hanno ricominciato a giocare, rispettivamente, dopo quattro e quattro mesi e mezzo. Per non parlare di Marchisio, che di fatto è stato costretto a saltare metà 2016. E che dire di Strootman, un calvario lungo più di due anni perchè condizionato da ben tre operazioni.
E invece Milik fa il fenomeno. Gliene bastano tre e mezzo, di mesi, per “uscire dal tunnel”. Un plauso, allora, lo rivolgiamo alla sua caparbietà ed a chi lo ha assistito durante il percorso riabilitativo.