Pierfilippo Capello, avvocato ed esperto di diritto sportivo, ha analizzato, giuridicamente, la situazione in casa Napoli, ai microfoni di Sky Sport.
“Il rapporto tra un giocatore professionista e una società è quello di un lavoratore dipendente ed è regolato ad un accordo collettivo. L’AIC e la Lega Serie A hanno trovato un accordo, che va rinnovato di anno in anno, che regola la situazione.
Tra i doveri dei calciatori c’è quello di attenersi e rispettare le istruzioni che ricevono dalla società dal punto di vista agonistico. Cosa vuol dire il ritiro? Possiamo dire che il ritiro fa parte delle istruzioni permesse. Se un datore di lavoro pensa che il suo gruppo non stia rendendo al meglio, il gruppo deve rispettare la sua decisione.
Paradossalmente i calciatori avrebbero potuto scioperare, ma dire soltanto che non andranno in ritiro perché non sono d’accordo li mette legalmente in una condizione di debolezza. Una posizione in cui il dipendente ha violato le indicazioni del suo datore di lavoro.
A questo punto il datore di lavoro può dare una multa del 5% dello stipendio e attivarsi dinanzi al Collegio Arbitrale, chiedere che il giocatore venga sanzionato con una sanzione fino al 25% del suo stipendio lordo mensile, quindi fino al 50% dello stipendio netto. Non credo che il Napoli arriverà a questo scontro, anche perché la società dovrebbe agire nei confronti di tutti ma singolarmente nelle azioni legali. Probabilmente si arriverà ad un accordo”.