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Avv. Marco Di Lello: “Gravina ha ritenuto non ci fossero le condizioni per un commissariamento. All’AIA è stata concessa una deadline al 15 dicembre per rivedere il regolamento”.

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Marco Di Lello, ex procuratore aggiunto FIGC:

“Questione D’Onofrio? Come tutti sono rimasto sconcerrtato. È evidente che qualcosa non ha funzionato nella fase dei controlli, oltre che nella selezione della scelta per andare a ricoprire un ruolo così delicato come quello del Procuratore Nazionale dell’AIA. Questa vicenda servirà ad un’autogestione degli arbitri che hanno propri organi di giustizia, diversi dalla FIGC. Ieri al Consiglio Federale è stato deciso di mettere mano a quest’anomalia e di far rientrare tutto nella giustizia ordinaria della Federcalcio che presenta elementi di trasparenza maggiori a quelli dell’AIA per com’è stata vissuta questa vicenda. L’associazione ha dei suoi meccanismi, con carriere interne, D’Onofrio è stato scelto come Procuratore regionale in Lombardia e poi è arrivato ai vertici un anno fa, accaduto quando stava già scontando una condanna. Com’è possibile che abbia certificato il falso e nessuno sia venuto a saperlo? Più di qualcosa non ha funzionato, questa vicenda getta un discredito al mondo arbitrale e della Federcalcio. Il problema nasce perché si riconosce all’AIA di avere propri organi di giustizia fatti solo da arbitri, senza requisiti di professionalità, moralità ed esperienza giuridica. Oggi l’associazione ne paga le conseguenze, bisogna dare un segnale di trasparenza.

Commissariamento? C’è stata la decisione di dare tempo all’AIA fino al 15 dicembre per rivedere il regolamento e adeguarsi, l’indicazione è quello di riportare tutto alla competenza della FIGC. Non dimentichiamo che la Lega Serie A si è sempre battuta per avere un’AIA quanto più slegata dalla Federcalcio, una battaglia che va avanti da anni, per avere un modello come quello della Premier League. L’AIA, in ogni caso, ha fallito. Il Presidente Gravina ha ritenuto non ci fossero le condizioni per un commissariamento, nonostante fosse gravissimo, ha pensato che l’episodio riguardasse soltanto una piccola componente all’interno dell’AIA, la Procura che ha un potere importante. La FIGC ha ritenuto che la gravissima mancanza riguardasse la Procura e non l’intera associazione, quindi ha scelto di non commissariare”.

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