Non solo il 5 settembre ma anche il 15 settembre è una data fondamentale per la Juventus, soprattutto per Andrea Agnelli e altri tre dirigenti.
Infatti in tale data ci sarà il processo sulle infiltrazioni della n’drangheta nella curva bianconera.
Il tema è la cessione dei biglietti agli ultrà e i presunti rapporti non consentiti con la tifoseria. Dopo un duro deferimento, il procuratore federale Giuseppe Pecoraro potrebbe chiedere condanne pesanti: il club rischia una multa e il presidente un’inibizione. Solo un’ipotesi al momento, ma proviamo a capire, in punta di diritto e con l’aiuto dell’avvocato Mattia Grassani, esperto in materia, cosa succederebbe in Europa.
Andrea Agnelli può mantenere la carica di presidente Eca in caso di inibizione?
“Sì, l’Eca è un sindacato autonomo dalla Uefa, una Lega di squadre europee con un regolamento privato. L’eventuale inibizione non compromette né la posizione né l’operatività del presidente Eca”.
L’inibizione di un tesserato della Federazione italiana si estende automaticamente in Europa?
“No, niente automatismo. È la Federazione competente, in questo caso la Figc, ad avere la facoltà (non l’obbligo) di richiedere una estensione in sede europea. La procedura dura 30 giorni circa e, in ogni caso, la Federazione può farla partire soltanto dopo il pronunciamento del terzo grado di giudizio. Prima che la questione arrivi all’Uefa, quindi, passerebbe del tempo (qualche mese), nel quale potrebbe essere scontata tutta o in parte l’inibizione italiana”.
L’eventuale inibizione potrebbe far decadere la nomina di Agnelli nell’esecutivo Uefa?
“No, in sede europea viene mantenuta una carica ottenuta prima di una inibizione nazionale. Ovviamente, quando e qualora la Uefa recepisse una condanna della Figc, il soggetto inibito potrebbe non esercitare le sue funzioni durante il periodo di stop (senza perdere la carica). Solo in caso di condanne particolarmente pesanti (oltre un anno) la Uefa potrebbe decidere autonomamente e valutare sulla decadenza”.
Ci sono precedenti da usare come giurisprudenza?
“No, questo è un caso pilota perché mai prima la Federcalcio aveva preso in esame casi di questo tipo”.
Fonte: Gazzetta dello Sport