Il presidente del Napoli tiene tutto per sé, e non parla dello stadio.
Si era passati dalle minacce ai pettegolezzi. Dalla pseudo telefonata che De Laurentiis avrebbe fatto al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fino alla minaccia di non far disputare Napoli – Fiorentina.
Si parlava di un De Laurentiis furioso, e forse davvero lo è stato, ma durante la presentazione del libro del professor De Ianni, sul calcio e sull’economia, il numero uno del Napoli è rimasto rilassato.
“Non ho chiamato Renzi – ha affermato -, non lo disturberei mai per un motivo simile”. Secco e diretto nel disfare subito quelle voci che si erano diramate nel primo pomeriggio di oggi. “Gli stadi sono una barzelletta che ci raccontiamo da tanto tempo – aggiunge De Laurentiis-, le leggi prestano il fianco a mille problemi e contrapposizioni politiche. I sindaci devono essere manager, ma non devo certo spiegarlo io a Renzi. Io non capisco come un uomo politico possa capirne di gestione urbanistica della città. Un sindaco è schiavo della propria condizione politica – aggiunge – e non può lavorare per la città per è in conflitto d’interessi”.
Il presidente continua ad ascoltare ed applaudire, sorride quasi come se apparisse sereno. Quando poi gli si chiede del San Paolo e della convenzione ponte risponde: “No commento, chiedete a De Magistris”.
L’ennesimo urlo di battaglia. Un urlo silenzioso, un ossimoro che troppo spesso abbiamo sentito accostato alla questione del San Paolo. Questo dire e ‘non dire’ che lascia perplessi, come se De Laurentiis dicesse: “Io ho fatto la mia parte” ed ora se ne lava le mani. Continua forse nel suo progetto di voler costruire un nuovo stadio? Una struttura che dovrebbe sorgere nei dintorni di Torre Annunziata, in quell’area Vesuviana che abbraccia più comuni. Il San Paolo rischia di restare da solo ed abbandonato, forse qualcuno più malizioso potrebbe pensare che farà la fine del PalArgento, e questo non dovrebbe augurarselo nessuno.
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