La Giustizia sportiva è un universo a sé, ricco di contraddizioni e imperfezioni, nel quale non è semplice orientarsi. Forse, qualcosa potrebbe cambiare in meglio: quest’oggi, la Giustizia sportiva subirà una riforma in base alla quale la Giunta del Coni cancellerà, a partire dal 1° luglio 2014, il Tnas e l’Alta corte di giustizia sportiva.
Questi due organi saranno sostituiti dal Collegio di garanzia che sarà articolato in cinque sezioni, composte da dieci membri ciascuna, che giudicheranno a turno. Il Collegio – che potrebbe essere paragonato ad una sorta di Cassazione sportiva – non entrerà nel merito delle questioni, ma giudicherà soltanto sulla legittimità delle decisioni degli organi di giustizia federali. Avrà inoltre il potere di “rinviare” gli atti all’organo di giustizia federale di secondo grado che dovrà riunirsi con una diversa composizione.
Ulteriore importante novità è la nascita della Procura generale dello sport che sarà retta dal suo Procuratore coadiuvato da dodici sostituti. Avrà il potere di vigilanza sull’operato delle Procure federali e potrà avocare a sé quelle inchieste per le quali dovessero verificarsi ritardi o omissioni nell’adempimento dell’iter. A seguito della riforma, sparirà anche la Commissione nomine, sostituita da una Commissione tutela composta da tre membri: tale commissione dovrà scegliere i componenti dei cinque collegi di garanzia e i dodici sostituti procuratori. Già oggi saranno nominati i tre componenti della Commissione tutela, il Procuratore generale e il presidente del Collegio di garanzia.
Ci sarà anche un nuovo Codice di giustizia sportiva, che verrà completato entro e non oltre il 30 maggio 2014, con particolare attenzione alla responsabilità oggettiva – aspetto spesso importantissimo nelle sentenze sportive – e al ruolo della difesa tecnica nella giustizia sportiva. Proprio sulla responsabilità oggettiva è da segnalare una novità fondamentale: la Figc, con una sentenza della Corte di giustizia federale a sezioni unite, ha cancellato la penalizzazione per responsabilità oggettiva se il tesserato compie un illecito non per la propria società.