Antonio Conte: “Meglio loro di noi? C’è un dato inconfutabile. Il portiere nostro non si è mai sporcato le mani”
Thiago Motta ha dichiarato che hanno giocato meglio loro
“Le valutazioni sono sempre soggettive. C’è un dato di fatto inconfutabile, che alla fine il portiere nostro non si è sporcato le mani, non he ha presa nemmeno una. Di Gregorio oggi ha fatto una parata incredibile su Lukaku e una su McTominay. Penso sia stata una partita equilibrata. Noi abbiamo cambiato sistema di gioco in linea di alcune considerazioni che chiaramente ho dovuto fare. L’ultimo giorno di mercato sono arrivati McTominay e Gilmour ed è stato reintegrato Folorunsho, quindi siamo passati da avere solo due centrocampisti ad un centrocampo che ti dà la possibilità di fare altre cose. Avevo un po’ di timore dal punto di vista difensivo, perché quando passi da una difesa a tre che diventa a cinque in non possesso, potevamo accusare. Invece siamo stati bravi, a livello di compattezza, quando abbiamo potuto abbiamo anche pressato. Dove possiamo fare meglio è la fase offensiva: non abbiamo visto delle linee di passaggio dove dovevano ricevere i nostri esterni o fantasisti. Quando c’è capitato degli uno contro uno in alcune zone importanti lì bisogna incidere e creare delle situazioni. Sicuramente abbiamo margini di miglioramento. Oggi siamo più ricchi, almeno so che in poco tempo siamo riusciti comunque a lavorare su due sistemi di gioco, e fidatevi che è tanta cosa per una squadra come la nostra che è solo da due mesi e mezzo con me”.
Un assetto di gioco con Lukaku e Kvaratskhelia più penalizzati? Erano più lontani dalla porta
“Le prime partite che abbiamo fatto mi chiedevate che Anguissa e Lobotka facevano fatica a giocare a due in mezzo al campo. Quindi adesso cercare di oleare e migliorare tutta la situazione, e cercare di quadrare la situazione. Quello che non è da sottovaltare è che alcuni giocatori sono arrivati all’ultimo giorno di mercato, lo stesso Neres, lo stesso Lukaku. E nonostante questo dopo la partita col Verona abbiamo accumulato un piccolo filotto, che per noi è tanta roba visto che siamo arrivati decimi in classifica, a 18 punti dalla Juventus e 40 e passa dall’Inter. Bisogna lavorare e continueremo a farlo”.
Quanti margini di miglioramento ha ancora la squadra?
“Ripeto, il timore mio oggi era un po’ a livello difensivo, perché quando passi da una difesa più robusta a difendere da cinque giocatori in fase di non possesso a difendere con quattro, comunque ci potevano essere degli scompensi. Il lavoro che abbiamo fatto in dieci giorni insieme all’altro sistema, perché poi anche prima di Cagliari abbiamo lavorato su questo modulo, però col Cagliari avevo preferito non cambiare. Sicuramente il lavoro che abbiamo fatto ha dato ottimi frutti dal punto di vista di compattezza. Ripeto, a livello offensivo avevamo delle situazioni che secondo me non abbiamo visto e potevamo e dovevamo sfruttare meglio. Però sono cambiate alcune situazioni e posizioni a livello offensivio, quindi è inevitabile che non siamo così meccanizzati e memorizzati bene come eravamo col 3-4-2-1. Però abbiamo intrapreso una strada, la cosa buona è che questa squadra ha voglia di lavorare e di assimilare. Oggi abbiamo lavorato anche su due sistemi, e credetemi per un allenatore sono tante cose queste”.
Il Napoli ha subito solo un gol nelle ultime quattro partite, le dà una sensazione di solidità? Cosa ha provato nel mezzo giro di campo finale?
“Quando ho detto sono moderatamente soddisfatto, perché sai quando non vinci devi essere comunque moderatamente soddisfatto. Devi prendere le cose positive e le cose negative, quindi ne usciamo da questa sfida contro un top team come la Juventus e in uno stadio molto molto difficile, perché conosco e so quanti punti dà lo stadio. Non era semplice, non era facile. Al tempo stesso non è che sono soddisfatto al centro per cento, perché c’è tanto da lavorare e da migliorare. Noi abbiamo l’obiettivo di crescere, sicuramente aver pareggiato questi livelli ci deve dare una spinta in più sotto tanti punti di vista. Non aver preso gol è importante, cambiando sistema non era semplice ed era la cosa che temevo di più, invece poi alla fine si è rivelata molto soddisfacente. Sicuramente dobbiamo continuare a migliorare e a lavorare, questo è fuori dubbio. Per quello che riguarda la partita, per me è stata una grande emozione, era il minimo che potessi fare comunque ringraziare i tifosi, non dico proprio i tifosi (ride, ndr). Abbiamo comunque diviso praticamente sedici anni, tre da allenatore e tredici da giocatore. Era il minimo che potessi fare. Al tempo stesso io sono veramente molto contento di essere a Napoli. Così come ho salutato i tifosi della Juve, oggi ho salutato anche i nostri tifosi che si sobbarcano ogni volta delle trasferte e a volte succedono episodi come quelli di Cagliari che sono sempre da biasimare. Ovviamente per me sarà sempre una grandissima emozione e questo non me lo potrà togliere nessuno”.
Il Napoli è tornato per la lotta ai posti più importanti?
“Sicuramente la nostra ambizione è tornare quanto prima a riportare il Napoli dove è stato per tantissimo tempo. Alla fine noi abbiamo sempre partecipato alle coppe, o Europa League o Champions League in questi anni. L’anno scorso è stato disgraziato da tanti punti di vista, abbiamo pagato e stiamo ancora pagando delle conseguenze. Oggi però per noi era importante affrontare una gara difficile contro un top club, per capire anche se siamo sulla giusta direzione, se il livello nostro tornerà quanto prima ad essere quello di una squadra forte. Abbiamo iniziato a lavorare da due mesi e mezzo, c’è un percorso da fare, c’è una ricostruzione in atto e non può essere diversamente. Quando vanno via quattordici giocatori e ne arrivano sette significa che stai ripartendo dalle fondamenta. Però al tempo stesso sappiamo anche – e lo sanno i calciatori – che è Napoli, e noi abbiamo il dovere di riportarlo nelle giuste posizioni quanto prima. Stiamo lavorando veramente tanto e ci auguriamo di farlo nel minore tempo possibile”.
Si aspettava quest’accoglienza vista la rivalità che c’è tra le due squadre?
“Guarda, la rivalità ci sarà sempre tra i tifosi. E’ chiaro. L’importante è sempre che nella rivalità non ci sia violenza, ci sia sempre educazione e rispetto, questa io penso che sia la cosa migliore in Italia. Io poi vengo da diversi anni di esperienza anche in Inghilterra, anche lì c’è rispetto, c’è rivalità ma ognuno tifa per la propria squadra. Io faccio parte della storia della Juventus e questo non me lo toglierà mai nessuno, così come faccio già parte della storia del Napoli, perché comunque sarò stato l’allenatore del Napoli. E questo sicuramente essendo uomo del sud mi dà anche soddisfazione. Però ripeto poi la rivalità è una cosa, il rispetto e l’educazione verso persone che hanno dato tanto al club deve rimanere. Altrimenti lavoriamo per niente e questo non va bene. Perché in mondo in cui tanta gente dimentica la riconoscenza, questa non è una bella cosa. Poi la rivalità sul campo c’è e ci sarà sempre come situazione, ma al tempo stesso ripeto che nessuno mi toglierà mai quello che ho scritto con la Juventus. Anche il rapporto che avevo con i tifosi. Poi so che oggi mi hanno visto da avversario, io li ho visti da avversari ma non da nemici, non saranno mai dei nemici”.