“La mia rabbia ultimamente in sala stampa? La critica ci sta, il falso no. La critica deve essere obiettiva. La maglia di Callejón rifiutata dalla curva? Probabilmente c’è un malessere della tifoseria, ci si aspettava qualcosa in più: il Napoli ha una società seria, sana, con un progetto serio. Non deve far saltare i conti della società e non può comprare giocatori da 10 milioni annui, deve fare il passo lungo quanto la gamba. Younes? Ha giocato poco, ora sta recuperando dopo l’infortunio che ha avuto. È un grande talento. La sua ripresa non è assolutamente legata al destino di Insigne”.
Insigne? È solo ed esclusivamente un giocatore che sente molto la responsabilità, è un giocatore importante è capitano del Napoli: la responsabilità è una motivazione importante, troppa non va bene però. Dobbiamo aiutarlo, io per primo, a gestire questa responsabilità”.
Il Milan ai tempi, quando allenavo e giocavo, aveva Galliani che si muoveva e stava lì fino a quando non portava a casa il giocatore. Quando è arrivato a Madrid la corte è stata serratissima, io dovevo essere operato, avevo dei problemi da risolvere. Avevo un problema alla cervicale, dovevo star fermo un paio di mesi. Galliani, nel corso del matrimonio di Seba Rossi, mi fece una promessa poi mantenuta: ovvero, avrei allenato il Milan”.