Carlo Ancelotti ha rilasciato un’intervista a Il Mattino:
“Solo complimenti o anche risultati? I complimenti arrivano per i risultati, non solo per i gol fatti ma apprezzamenti anche per personalità, coraggio e questo è già un risultato perché poi tramite questi fattori arrivano i risultati che contano e interessano i tifosi. Bisogna vivere bene i momenti positivi, ma senza perdere di vista la realtà perché c’è un altro test importante domenica.
De Laurentiis? È una persona schietta e leale, non mi aspettavo di venire qui, non per Napoli ma perchè pensavo che l’avventura di Sarri sarebbe continuata. Ero convinto che sarebbe stata la scelta giusta per me, dal progetto alla qualità dei giocatori e l’entusiasmo della città. De Laurentiis è vulcanico e generoso, con lui non si parla solo di calcio anzi forse è l’argomento di cui parliamo di meno. Stare con lui e con la sua famiglia è un piacere, è veramente bello, ma a tresette vinco io, sono il più forte d’Italia (ride, ndr) anche se a volte gli faccio credere che è più forte lui. La formazione? Ritengo sia opportuno informare il presidente ed il direttore sportivo sulla formazione che decido di schierare in campo. Quando la decido? Dipende, a volte quando ci sono dubbi magari al mattino della partita la decido. Col PSG avevo solo un dubbio sul centravanti, ma avevo deciso per il resto. ADL ha in mente di un rinnovo per sei anni a Napoli? E’ stata una mia battuta con De Laurentiis a Ischia, gli dissi ‘se mi fa firmare per 6 anni lo firmo subito’ perchè fu una bella giornata ad Ischia (ride, ndr). Lui disse ne parliamo, ma non c’è problema: se ne vuole parlare, allora ne parliamo.
La Roma ha cambiato tanto quest’estate, sopratutto a centrocampo che è un ruolo determinante, quando perdi Nainggolan e Strootman serve tempo per inserire i nuovi. Sarà una bella gara, aperta, di ritmo, qualità, con due squadre che vogliono giocare, imporre gioco.
Mercato? Falso dire che il Napoli non ha investito, ha preso Meret, Verdi, Fabian, Malcuit che la società ha pagato, non sono stati regalati, anche perché sono giovani, bravi e all’ossatura ha aggiunto questi elementi.
C’è stato un miglioramento dopo la sconfitta con la Juventus? Sì, siamo migliorati. Prima forse eravamo intimoriti dall’avversario, ora le gestiamo meglio ma dobbiamo farlo ancora meglio.”
Sul confronto con Sarri: Non mi ha mai dato fastidio, Sarri lo conosco benissimo, è amato perché ha fatto molto bene qui. Ha ottenuto risultati per qualità di gioco ed a differenza di altri anni comandava tutte le partite. Un segnale importante sul lavoro triennale fatto ed i giocatori hanno grandi conoscenze, molte di più di altri colleghi.
Sulla mentalità in Champions: “Quando qualcosa non va, si cambia. Col mio staff avevamo deciso di non cambiare niente rispetto ad un anno fa quando ero in ferie perchè mi avevano mandato via. E’ cambiato solo l’interlocutore, è più facile preparare una strategia di gara quando un gruppo ti segue, se un gruppo non è convinto non la applica. Girone dipende da noi? Resta un girone difficile, ci servirà un’altra impresa”
A sud di Roma nessuno vince lo Scudetto. “E sarebbe ora di vincerlo. Al sud c’è solo il Napoli però. Gli investimenti vanno solo al nord perciò il predominio è al nord. -4? Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità. Inter può inserirsi? Sicuramente, è una squadra forte, di qualità”.
Perché i quotidiani hanno piazzato all’inizio il Napoli dietro le altre? “In estate si va dietro ai nomi. Nainggolan, Higuain, CR7, il Napoli invece Fabian sconosciuto, un portiere giovane e quindi la bilancia pende nei giudizi. Quando non si cambia però ci sono dei vantaggi, non è facile amalgamare i nuovi”.
Cambia l’approccio da una rosa di 800mln ad una come quella del Napoli, forte ma senza Ronaldo o Lewndowski. “Solitamente i più bravi sono anche i più seri, professionali, altrimenti non si spiegano i risultati. La gestione è molto semplice, io non ho mai fatto una rotazione così ampio come a Napoli ma perché la qualità dei giocatori si equivale. Se ho Ronaldo, poi uno con meno qualità, mica ruoto. Lo faccio solo riposare ogni anno, a Madrid molto poco anche perché recupera subito, mentre qui il livello è più competitivo nei ruoli. Hamsik o Diawara ad esempio non mi stravolge il gioco, per questo la rotazione varia da squadra a squadra. Se hai 13 top ed il resto di medio livello… ma qui c’è equilibrio”.
Allan convocato dal Brasile. E’ un mostro. “E’ un premio, ci teneva molto. E’ un giocatore importante, ha capacità agonistiche che trasmette a tutti senza pause”.
Ha percepito il senso del calcio in questa città? “Mi rispettano molto, anche quando giro. Il calcio fa parte della vita in città, è l’aspetto predominante e se va bene la squadra c’è un senso di felicità, gioia, in una città che ha le sue problematiche. Io la vivo poco, ma l’immagine di fuori è diversa da quella è effettivamente. Per capire la bellezza di Napoli dovete prima vivere a Londra, Monaco, Madrid e Parigi”.
Da qui derivano gli insulti? “In Italia la rivalità s’è trasformata in insulto e maleducazione.Ormai siamo l’unico paese, tra Madrid e Barcellona c’è rivalità ma non si passa mai il limite, in Italia sempre. Bisognerebbe abbassare i toni e rendere gli stadi adatti alle famiglie”.
Il tuo più grande pregio? “La pazienza. Con ADL? Con tutti. Ho avuto discussioni con Abramovich, Berlusconi, Florentino, ma alla fine ho allenato grandi club perché mi hanno voluto loro”.
Davide la chiama papà? “A volte, anche mister per ironizzare. Lo vede allenatore? Sì. Sta facendo esperienza, ne ha già parecchia, come tutto lo staff anche se è giovane. L’ambiente è buono, a Castel Volturno siamo una famiglia, si va d’accordo con medici, fisioterapisti, si sorride, si discute, è un ambiente familiare. E non è semplice, a volte trovi delle aziende, sembri di stare in un’azienda, non una famiglia. Al Milan era una famiglia, dipende dal carattere di chi ci lavora”.
La differenza tra il San Paolo ed altri stadi più moderni. “L’Italia è indietro come strutture, non tecnicamente. Non ci sono grandi talenti, ma non credo sia un problema tecnico, ci sono grandi giocatori come Insigne, Barella, Bernardeschi ed altri più sotto come Meret, un portiere con un grande futuro. Siamo dietro per stadi, gente che non va allo stadio. In Europa è diverso, vanno allo stadio per trascorrere tempo, ristoranti, attrazioni, una giornata passata in famiglia”.
Insigne è un top player a livello europeo? “Sta facendo bene, segna con continuità, dimostrando maturità e si mette al servizio della squadra. E’ un primo attore in Europa”.
Meret quando torna? “Presto, senza fretta. 15 giorni? Si, questo è il tempo, ma poco prima della sosta non ha senso”.
Progetto triennale per arrivare dove? “Portare il Napoli a vincere qualcosa d’importante. Tre fronti? Si deve competere e con questa rosa, che mi dà molte garanzie, possiamo essere competitivi”.
Chi può fare l’allenatore nel Napoli? “Hamsik, Callejon ed Albiol, ma forse il migliore Callejon, vede le cose chiaramente, ha conoscenza, parla al momento giusto perché per un tecnico non è importante parlare tanto, ma al tempo giusto”
Aziendalista è un termine negativo? “No”. Lei è aziendalista? “Io lavoro per il Napoli, cerco di fare il bene di chi mi ha preso. Io divento tifoso della squadra che alleno, poi in base a come va resto tifoso o meno…”