Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista esclusiva a DAZN.
“Var? Finalmente è stata introdotta, ma devono svegliarsi perché non sempre viene utilizzata nel modo giusto. Se vorrei Cavani? Non parlo di giocatori di altre squadre. Edinson ha fatto molto bene a Napoli, ma io sono contentissimo degli attaccanti che ho. Avevo tanta voglia di tornare a parlare in italiano, forse è una delle cose che maggiormente mi ha spinto ad accettare questa piazza. Per discorsi di carattere psicologico emozionale la nostra lingua è ideale.
Cambio modulo? L’ho proposto piano piano, è stato un processo dolce e graduale. Con Mertens non è stato semplice perché non giocava dall’inizio, ma sono cose normali: se non se la fosse presa sarebbe stato peggio. All’inizio era un po’ arrabbiato, ma me la prenderei per il contrario, cioè se avesse mostrato disappunto verso i compagni.
Champions? È un fattore d’esperienza e gestione di grandi stadi e partite. Quando non c’è, allora bisogna focalizzarsi sul campo. Se pensi a quello che devi fare non hai altri pensieri. L’altro giorno parlavo con Sacchi, mi disse: l’autorità ce l’hai per persuasione o percussione (ride, ndr). Io cerco di utilizzare la prima, ma sono pronto anche per la seconda strada. Ho avuto tanti maestri che utilizzavano entrambe le soluzioni. Bisogna dare responsabilità ai giocatori. Se vuoi avere uno staff coinvolto, devi farlo. Certo, a volte nel delegare si rischia, ma di sicuro aumenta l’autostima delle persone.
Hamsik? Sapevo che aveva avuto quest’offerta per andare via, allora gli ho spiegato che per me è un giocatore importante e che mi avrebbe fatto piacere se fosse rimasto. Gli ho anche anticipato che avrei voluto utilizzarlo in un nuovo ruolo: forse è proprio questo che lo ha convinto a rimanere perché voleva provare qualcosa di nuovo.
Leader? Non ce n’è solo uno. Sono tutti sullo stesso piano. Maldini era un leader distaccato rispetto agli altri, il leader perfetto. Quando un allenatore trova un capitano come Maldini, Ramos o Ronaldo, non dico che ha fatto tredici ma quasi.
C’è sempre qualcosa da migliorare, ma a livello di relazioni e ambiente mi trovo benissimo, non solo coi giocatori ma con tutti, con la città, la sua passione.
De Laurentiis? Quando mi ha chiamato per il Napoli pensavo scherzasse, invece è stato tutto molto veloce. Io e il presidente ci sentivamo ogni tanto da anni: ci eravamo già sentiti quando tentai di portare Cavani al Psg, senza successo Quest’estate abbiamo fatto anche le vacanze insieme. Lui è un presidente che è diventato appassionato col tempo: adesso segue tutto, si informa su tutto, ma sa delegare. E’ una persona molto schietta, molto sincera ed anche molto divertente”.
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