Massimiliano Allegri, ex allenatore della Juventus, è stato intervistato dai colleghi di Przeglad Sportowy, un quotidiano sportivo polacco.
“Non parlo ancora bene l’inglese, ma sto imparando. Amo mettermi in discussione e quando sono arrivato alla Juve, dopo gli anni di Conte, molti hanno pensato che mi sarei bruciato. Se vuoi fare tutto da solo, non otterrai nulla. Non posso fare il medico, il fisioterapista e il preparatore atletico, non ne ho le competenze e il mio principio è sempre stato quello di circondarmi di persone intelligenti, anche da calciatore ho cercato di apprendere dai miei compagni. L’allenatore deve creare un ambiente di lavoro armonioso, condividere le responsabilità con gli altri e risolvere insieme i problemi. Io ascolto più di quanto dico.
“Quando sono arrivato alla Juventus non avevo la minima idea di cambiare tutto e fare rivoluzioni. La squadra andava ricostruita, ma prima bisognava trovare gli stimoli giusti. Ho cercato prima di ascoltare, poi di parlare. Non bisogna fissarsi sui sistemi di gioco, ma porre obiettivi a breve, medio e lungo termine. Ho sfruttato le caratteristiche dei giocatori. Mandzukic? L’esempio di un giocatore speciale, mi ha dato molto spazio di manovra. In passato ha spesso cambiato squadra, ma adesso è alla sua quinta stagione alla Juventus e questo è uno dei miei più grandi successi”.