Alfonso Gargiulo, tanto giovane, con i suoi 29 anni eppure già con mille esperienze in carriera. E nel suo DNA (come nel cuore) c’è più di tutte una città e la sua squadra: il Sorrento.
“Ho fatto tutto il settore giovanile nel Sorrento; poi andai a Catania due anni per passare alla Juve Stabia dove ho avuto un infortunio al crociato del ginocchio. Mi sono ripreso e sono rimasto con la Juve Stabia: ho firmato il primo contratto e ho fatto l’esordio in serie B giocando tre partite, concludendo il campionato con loro per rimanere poi l’anno dopo in C. Sono sceso in serie D, ho girato, sono stato un po’ al Nord, ho giocato a Nocera, ad Ercolano, per tornare poi a Sorrento nel campionato di Eccellenza, dove il primo anno vincemmo il campionato e io segnai 17 gol. Da allora sono passati 7 anni: ho concluso quest’anno con la vittoria del campionato di serie D e il passaggio in C. Però ho dovuto chiudere la mia carriera di calciatore perché ho avuto un problema do coxartrosi. Si tratta di un’artrosi di alto grado all’anca, due dottori specialisti mi hanno detto di smettere perché altrimenti sarei andato incontro a protesi troppo presto. Quindi ho preferito fermarmi come calciatore ma per mia gioia sono rimasto nel Sorrento calcio: il club mi ha dato la possibilità di continuare nel ruolo di team manager. Accompagno la prima squadra, vado in ritiro, organizzo le trasferte e così via”.
Quali sono stati i momenti più significativi nella tua carriera?
“Sicuramente l’esordio in serie B e i due campionati vinti: quando vinci per la squadra della tua città, che rappresenta la tua ‘casa’….ha tutto un altro sapore. Sono felice perchè durante mio percorso calcistico, comunque ho continuato gli studi e mi sono laureato in Economia Internazionale e ora mi sto impegnando per conseguire la magistrale”.
Passiamo al Napoli. La squadra di Spalletti vince lo scudetto nella stagione 2022/2023: qual è stato il segreto, secondo te, per conquistare il primato?
“Ritengo che il segreto di una squadra vincente sia sempre la forza del gruppo! Nelle mie esperienze di vittoria dei due campionati, si sono creati dei gruppi prima di uomini e poi calciatori che ci hanno permesso di conquistare due titoli. Questo perchè nei momenti più difficili, che in una stagione arrivano sempre, è la potenza del gruppo a darti la forza di andare avanti e di arrivare fino all’obiettivo finale”.
Da Spalletti a Garcia, il Napoli perde solo Kim; eppure, sembra che non sia più lo stesso…Come mai?
“Sono dell’idea che il carisma e la personalità di un allenatore sono fondamentali, ma penso anche che subentrare in un gruppo già così forte (che ha vinto lo scudetto) nell’intento di trasmettere le proprie indicazioni e nuovi stimoli non è semplice e ci vuole comunque del tempo. È vero che siamo ad ottobre ed il Napoli è una squadra che deve avere risposte subito e non deve perdere punti per strada… Ma sono sicuro che i risultati, comunque, arriveranno”.
Qual è il giocatore azzurro che ti ha colpito di più?
“Dire Kvara forse è troppo facile perché è un giocatore dalle qualità sicuramente fantastiche ed uniche. Allora dico Di Lorenzo per la carriera che ha avuto, perchè partire dal basso ed arrivare fino ad una squadra come il Napoli a vincere lo scudetto, giocare in Champions League e in nazionale sicuramente significa che si tratta di un calciatore che ha una mentalità ed una forza interiore sicuramente elevata. E’ diventato un giocatore straordinario, come terzino ha un’efficacia e un rendimento in tutte le stagioni, davvero unico”.
Domani si gioca il big match Napoli-Milan
“Non penso sia una gara decisiva, è ancora presto. Il Napoli ci arriva meglio del Milan che è in periodo con vari infortuni e poca continuità: reduce da due sconfitte (Juve e PSG) mentre il Napoli con le ultime due vittorie (Verona e Union Berlin) sta iniziando ad avere le soddisfazioni che aspettava. Sarà una partita, come dicevo, forse non decisiva ma sicuramente spettacolare tra due squadre fortissime che credo si giocheranno il campionato fino alla fine”.