Nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Eugenio Albarella, preparatore atletico.
“Nella condizione atletica, gli aspetti condizionali, cioè quelli allenabili sono in buone condizioni, nella forma atletica questi sono esaltati dall’aspetto psicologico. La forma la si può mantenere in un periodo relativamente breve, la condizione atletica invece, per un periodo più lungo.
Il Napoli? Parlerò poco della preparazione perché mi sembra che per vari ingranaggi si sia creato nel preparatore il capro espiatorio prima ancora di iniziare. Si è creata una strana miscela esplosiva per far sì che il preparatore atletico sia la prima causa quando le cose non vanno.
Bisogna premettere che ereditare il Napoli di Spalletti, campione d’Italia, non sarebbe stato facile per nessuno, ma è ancora più complicato per un allenatore che ha avuto l’opportunità di sostituire l’allenatore che lo aveva sostituito alla Roma. Pur mantenendo il 10/11 della squadra dell’anno scorso, il Napoli è una squadra nuova nelle metodologie, nelle idee e nell’interpretazione di un modulo che può sembrare uguale, ma uguale non è. Il Napoli deve mettere in discussione il proprio passato e acquisire metodologie nuove.
Il Napoli l’anno scorso era la prima squadra per velocità nel recupero del pallone, oggi non c’è più in classifica perché nel pressing di Spalletti si accerchiava il portatore di palla, oggi invece il Napoli il pressing lo fa cercando di sporcare linee di passaggio dell’avversario. Prima si andava in verticale, oggi si scala dietro. Vedo letture metà e metà e finchè non si avrà la disponibilità nell’accettare la transazione, si cadrà in queste letture. E’ una questione abbastanza normale, umana perché quando si è in difficoltà ci si va a proteggere nelle proprie certezze. Pur assecondando le direttive dell’allenatore, i giocatori non hanno padronanza di nuove idee.
Napoli e Lazio hanno lo stesso indice di pericolosità nella gara del Maradona. Anche i numeri danno conferma della difficoltà della squadra di far diventare suo i dettami tecnico-tattici dell’allenatore. Bisogna dare tempo a Garcia per far sì che la squadra possa assimilare le sue nuove strategie”.