A Radio Marte è intervenuto Eugenio Albarella, preparatore atletico.
“Infortuni Napoli? Il problema è che noi vogliamo avere gli stessi metri che avevamo negli passati. Allora iniziamo male perché come ci insegnavano alle scuole elementari le mele e le pere non si possono sommare. Nessuna squadra ha fatto una programmazione.
Da settembre fino a metà maggio c’è un indice giorni/gara i 3,3 comprese le gare con le Nazionali. Non si ha mai una settimana tipo e questo incide sulla preparazione. Mi fa ridere pensare che le squadre debbano giocare bene. Le uniche squadre che per storia possono dare continuità e identità sono Atletico Madrid e Manchester City, che hanno rispettivamente Simeone da 10 anni e Guardiola da 5 anni.
Stress? Al di là delle problematiche temporali esistono studi acclarati da parte di FIFA e UEFA che dimostrano una correlazione tra cattivi risultati e indici di infortuni. Lo stress se protratto nel tempo e in lungo andare va a creare squilibri a livello ormonale, alti indici di cortisolo abbassano il nostro sistema immunitario. Se poi lo confrontiamo con il testosterone si abbassano anche gli indici di forza, quindi siamo soggetti a infortuni di varia natura.
C’è dunque una correlazione diretta tra stress e infortuni. Se andiamo a vedere le classifiche delle indisponibilità delle prime 7 squadre, il Napoli ora ne ha 8, molte più rispetto alle altre.
Come ho visto il Napoli come corsa e capacità atletica? Non vedo una squadra in difficoltà sotto questo aspetto, ascolto attacchi frontali su tutti i fronti in questi giorni ma ho cercato nel mio piccolo di spiegare le problematiche”.