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Al Liceo Statale Manzoni di Caserta il convegno su “Cales, il grande oltraggio”

Il libro di Silver Mele sulla sfortunata vicenda dell’antichissima capitale d’Ausonia continua a far parlare di sé.

Una storia affascinante e tragica, scandita da eroi, consoli, censori, generali d’armata, poeti.

Le origini di Cales, oggi Calvi Risorta, a nord di Caserta,  si perdono nella notte dei tempi, ben prima della fondazione di Roma.

Di Cales ne hanno decantato meriti e grandezza Tito Livio, Strabone, Tacito, Catone, Orazio. Cicerone era solito villeggiare nella capitale Ausone che di Roma fu prima colonia in Campania: e in Senato l’oratore nativo di Arpino prendeva le parti di caleni più o meno fortunati essendone ritenuto patrono.

Il territorio di quasi settanta ettari ospitava secondo le stime di Livio oltre 60mila persone: provano vagamente a testimoniarne tra spine, rovi e immondizia i fasti andati un teatro, un anfiteatro da 15mila posti, un doppio impianto termale.

Tutto o quasi dimenticato, al punto da indurre Amedeo Maiuri, ex sovrintendente e Ministro ai Beni Culturali a definire Cales “la più negletta e dimenticata delle città antiche della Campania”.

Una miniera di tesori rapiti in gran parte dalla malavita. Ciò che la cultura ha salvato è esposto invece nei principali musei di mezzo mondo. L’occhio del visitatore oggi avrebbe ben poco da vedere.

Mai scavi sistematici hanno interessato l’area, parcellizzata e ancora di proprietà di privati contadini.

E’ mistero il perché una civiltà tanto gloriosa non abbia trovato spazio tra i cuori degli attuali abitanti di Calvi, cittadina risorta al di là della Statale Casilina.

A parlarne, nell’aula magna del liceo statale Alessando Manzoni di Caserta, imbeccati da Francesca Nardi alla presenza di una folta rappresentanza di studenti,

sono stati gli archeologi Luigi Crimaco, Direttore del Museo Civico di Mondragone e Angela Carcaiso, ospiti della dirigente scolastica Adele Vairo e del Rotary Club Caserta “Luigi Vanvitelli”.

Ed è stato un incontro di rara partecipazione, sentitissimo anche dagli studenti che hanno prestato grande attenzione alle scene di degrado raccontate magistralmente nel suo reportage giornalistico dall’inviato della trasmissione Rai “Mi manda Rai Tre” Matteo Berdini.

«Il nostro compito è diffondere storia e memoria – ha affermato Adele Vairo – affinché questi ragazzi possano avere gli strumenti per agire, per intervenire sulle criticità del territorio, per migliorare laddove noi abbiamo fallito.

Cales ci ha colpito tantissimo ed è per questo che abbiamo voluto portare qui la sua vicenda oltraggiosa di incuria e dimenticanza.

La capitale Ausone urla al mondo e vorrebbe essere riscoperta. Lo merita e non possiamo tirarci indietro come invece troppi hanno fatto colpevolmente per secoli. Paradossale come l’autostrada del Sole attraversi una città che poteva essere Pompei e che invece è sepolta da rovi e rifiuti. Inaccettabile.

A noi che siamo la scuola spetta il compito di parlarne con insistenza. E ci torneremo sull’argomento provando a responsabilizzare chi ha il potere oggi per intervenire».

Toccanti e dettagliatissime sono state le relazioni dei due archeologi. Angela Carcaiso, figlia dello storico Giuseppe che a Cales ha dedicato lavori eccezionali, ha illustrato il territorio e le sue caratteristiche. Luigi Crimaco,

ex City Manager degli scavi di Pompei e da oltre quarant’anni studioso del territorio della Campania settentrionale, ha svelato con diapositive parte degli scavi che nel 1992 condusse proprio nel tenimento di Calvi Risorta.

«Basta chiacchiere e inutili, stucchevoli giri di parole – ha dichiarato Crimaco – Cales è lì, sotto metri di terra, neanche tanti. Con tutte le sue bellezze e i suoi misteri. E’ mancata finora la volontà di agire e questo ha offerto il fianco ai masnadieri della memoria.

La stratigrafia racconta delle civiltà che si sono succedute ma non è più tempo di attendere vane promesse. Bisogna rimboccarsi le maniche affinché questo scempio non abbia più ad essere. Innanzitutto la si ripulisca perché vederla così è una pugnalata al cuore.

E poi ci si attrezzi per un museo di Cales: i capolavori e le testimonianze della città sono ovunque nel mondo. Perché non a Calvi Risorta? Perché questa coltre di dolorosissima indifferenza?».

Francesca Nardi, giornalista d’inchiesta tra le più apprezzate di Terra di Lavoro, peraltro protagonista di un capitolo centrale del racconto, ha lasciato che a concludere l’appuntamento fosse Silver Mele che ha dolcemente toccato le corde del cuore degli studenti del Manzoni.

«Ringrazio Marco Petrucci e gli amici del Rotary Club Caserta, Rotaract Club Caserta “Luigi Vanvitelli” e Inner Wheel Caserta “Luigi Vanvitelli” per aver voluto che Cales arrivasse fin qui, nelle aule di un Liceo Statale tanto importante e attivo sul territorio.

Mi chiedo perché di questa vicenda ne parlino tutti, ora finalmente anche i media nazionali con insistenza, e Calvi Risorta,

il paese rinato a 50 metri oltre la Casilina continui a mostrare tanta indolenza e indifferenza.

Perché correre il rischio di cadere perfino nel negazionismo e far passare agli occhi delle nuove generazione Cales come una leggenda?

Non lo è! Questa città con tutta la mole di personaggi, vicende, intrecci più o meno gloriosi è esistita per davvero. Averle voltato le spalle è stato vile e depauperante per il nostro attuale presente.

Ora in ballo c’è il futuro: aiutiamo le nuove generazioni a credere di poter salvare la storia.

Avrei piacere ad esempio che se ne parlasse nelle scuole del territorio. Perché proprio da noi Cales e i nostri avi non riescono più ad entrare? Mistero anche questo di quella che ai miei occhi resta la più grande botola che il destino potesse tendere ad una antichissima, splendida civiltà».

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