Dal Dnipro al Real, le parole di Agnelli sono soltanto un replay di quelle di De Laurentiis del 2015.
“La vanità del designatore finisce per andare indirettamente a colpire le squadre italiane, queste designazioni arbitrali vengono forse fatte per dimostrare la sua imparzialità. Va cambiato ogni tre anni, questa presunzione va fermata”. Queste le accuse dirette a Pierluigi Collina, designatore internazionale, ieri da Andrea Agnelli (CLICCA QUI) dopo il rigore assegnato all’ultimo secondo della sfida Champions fra Real Madrid e Juventus.
Parole dure che hanno ricordato quelle di Aurelio De Laurentiis, che nel 2015 sbottò duramente contro Collina e – con lungimiranza dati i successivi risvolti – all’allora presidente Uefa, Michel Platini: “Non si può non garantire in una delle massime competizioni europee un arbitraggio, non è possibile. Ce ne siamo accorti dai primi 20 minuti che qualcosa non andava. Perchè devi mettere una sestina che non è in grado di gestire una partita? me lo spiegate?”. Visionario anche un successivo passaggio delle dichiarazioni di tre anni fa del presidente del Napoli: “Volete favorire la Spagna?”.
Ricordiamo che le parole di De Laurentiis arrivarono dopo un clamoroso errore arbitrale, un fuorigioco di due metri, che consentì al Dnipro di pareggiare la semifinale di andata di Europa League contro il Napoli. Obiettivamente un episodio ben più palese e insindacabile, del rigore di ieri concesso al Real Madrid, che spacca decisamente l’opinione fra il “c’era” e il “non c’era“.
Eppure, senza voler fare le vittime, la stampa nazionale ha dato molto più risalto all’episodio dubbio di ieri rispetto a tre anni fa a quello degli azzurri. Un peso specifico e mediatico che si sente eccome anche in questi casi ma con un unico comune denominatore: l’Italia non è amata in… Collina.