L’ex difensore di Inter e Fiorentina è, purtroppo, una voce fuori dal coro.
Daniele Adani, tra i più apprezzati commentatori di Sky Sport, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Repubblica. Un manifesto del suo modo di relazionarsi al calcio, libero, concreto e senza preconcetti partendo dalla bellezza del gioco espresso dal Napoli: “L’estetica non è una colpa, non è sinonimo di inefficacia. Cosa c’è di male nel dire che il Napoli gioca un calcio tra i più belli d’Europa anche se arriva terzo? Non sarebbe più forte se fosse più brutto, non sarebbe più efficace senza essere così bello. Sarri è per me un maestro all’altezza di Bielsa e Guardiola. Insegnano valori, ti mostrano le pieghe del calcio. Non saprei immaginare nemmeno nell’anticamera del cervello che Wenger è da cacciare perché non vince la Premier.
Ma noi siamo il Paese che ha fatto andar via Garcia e Benítez, trattandoli da incapaci. I migliori calciatori nascono in Sudamerica eppure pensiamo che debbano adattarsi a noi. L’errore più grande è aver trasformato il racconto del calcio nel mestiere della negatività, nel racconto degli errori dopo un 5-4. È l’emozione che deve guidarci. E quella puoi trovarla nel calcio del Napoli, in un gol di Messi, ma pure in un recupero di Mandzukic e nell’abbraccio tra due allenatori a fine partita».
In chiusura, un passaggio sul mestiere del commentatore in Italia: “Non mi devo difendere dalla noia, ma dal pressapochismo. È questa l’insidia per chi fa il nostro lavoro. Posso dire nostro, vero? Il calcio è da seri, non da seriosi. Se sei coscienzioso, alla soglia della noia non arrivi. Viene prima il rispetto per le persone di cui parlo e a cui parlo (…). Chi è pagato per comunicare, non può esimersi dallo studio. Lo devi all’abbonato e a chi compra il giornale”.