Risultati negativi i colloquoi di personale che svolgeva le mansioni richieste da anni, 80 lavorarori perdono il posto per ridimensionamento della sede romana.
Sky licenzia decine e decine di lavoratori della sede di Roma. Nove mesi dopo l’annuncio del ridimensionamento della sede Romana, il network televisivo di Rupert Murdoch ha mandato a casa non solo chi non ha accettato il nuovo percorso “innovativo”, ma anche quelli che avevano accettato, a quanto pare, il trasferimento nella sede di Milano. Circa 60-70 lavoratori (secondo le fonti sindacali de “Il Fatto Quotidiano”, arriverebbero a 80), tutti amministrativi e tecnici, si sono visti arrivare lettere di licenziamento dopo che ad agosto era fallito il tavolo del ministero del Lavoro.
Dopo la mancata intesa, sfumata perché i lavoratori chiedevano la previsione di un’ulteriore verifica vincolante dopo la firma dell’accordo per tutelare le fasce più deboli (come chi usufruisce della legge 104 per motivi familiari), l’azienda ha richiamato i sindacati. Ma questi hanno ritenuto non adeguato il percorso prospettato da Sky a seguito di una sentenza civile del tribunale di Roma.
Queste la parole di Pierpaolo Mischi, segretario nazionale della Uilcom (Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione) a “ilfattoquotidiano.it”, riferendosi all’operato di SKY: “Smentiscono le loro stesse parole e si chiude così nel peggiore dei modi una pagina oscura di questa multinazionale televisiva. Sono sconcertato. Le lavoratrici e i lavoratori avevano loro malgrado accettato anche la possibile ricollocazione su Milano, ma l’azienda ha di fatto considerato negativo l’esito dei colloqui anche per i lavoratori che svolgevano da anni tali mansioni. Una simile brutalità conferma un contenzioso che andrà oltre ogni aspettativa. Non ci saremmo aspettati un trattamento così drastico e irreversibile come il licenziamento collettivo nei confronti di persone che hanno contribuito per anni a far crescere l’azienda”.