Il ministro allo Sport Abodi ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul Corriere dello Sport oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“Quello che è successo in questi mesi impone un maggiore impegno delle istituzioni sportive e non solo. Dobbiamo liberare gli stadi e il calcio dalla delinquenza e dalla criminalità. Lo stadio deve essere delle famiglie, dei bambini, dei tifosi che rispettano le leggi. Il razzismo e l’antisemitismo vanno contrastati nell’immediatezza, quello che è accaduto l’altra sera a Torino e che accade in tanti stadi è insopportabile. Bisogna anche riprendere a investire sull’educazione in una prospettiva di medio-lungo periodo.
Con il ministro dell’Interno Piantedosi, abbiamo deciso di elaborare un piano di attività e iniziative da condividere con Figc e leghe per rendere sempre più efficace l’azione di contrasto a ogni forma di inciviltà e violenza. L’ordine pubblico è un tema delicato, va al di là del calcio. Le ragioni culturali e sociali non vanno sottovalutate, ma di fronte ad atti di teppismo, delinquenza e criminalità bisogna agire di conseguenza, prima di tutto con la prevenzione.
È del tutto evidente che il divieto di trasferta, comunque, sia una sconfitta, ma dovremo impegnarci tutti perché non sia definitivo.
Oriundi? Vanno accolti sempre con favore. Bisogna però lavorare sui nostri giovani, visto che le Primavere sono piene di stranieri e le ragioni dell’assenza di giovani italiani non mi convincono. Credo che vada ripristinata la centralità della nostra scuola, promuovendo il ritorno al calcio dei bambini.
Stadi? Oggi gli stadi italiani non sono ospitali, adeguatamente accessibili per i portatori di disabilità, intelligenti dal punto di vista tecnologico, non sono educati dal punto di vista ambientale ed energetico”.