Esattamente dieci anni fa, il tecnico spagnolo vinceva una partita che è entrata nella Storia.
Il 25 Maggio del 2005 andava in scena ad Instanbul la finale di Champions League tra Milan e Liverpool.
E’ il Milan di Kaka e Shevchenko, Pirlo e Seedorf, Nesta e Maldini. Sulla panchina dei reds siede Rafa Benitez Maudes e in mezzo al campo detta legge Steven Gerrard.
Alla fine del primo tempo, il Milan è avanti di tre gol (Maldini 1′, Crespo 38′ e 44′). Nello spogliatoio rossonero, è già esplosa la festa. Ma nella ripresa, proprio Gerrard suona la carica e accorcia le distanze. Ci penseranno poi Šmicer e Xabi Alonso dagli undici metri a riacciuffare il Milan nel giro di sette minuti.
La partita viaggia verso i rigori, dove Dudek ripercorre le orme di Grobbelaar e ipnotizza Serginho, Pirlo e Shevchenko col suo ballo tarantolato sulla linea di porta. Rafa Benitez conquista la sua prima e fin qui unica Champions League, la quinta ed ultima a tutt’oggi per i reds (le quattro precedenti sono con la vecchia denominazione “Coppa dei Campioni”).
Poco più di un anno fa, Andrea Pirlo è tornato su quella notte in un’intervista al Daily Mail: “Non dimenticherò mai quella partita. Ho pensato anche di smettere. Il ricordo ci soffocava e tormentava. Anche in seguito soffrivamo di insonnia, di depressione, eravamo malati: l’avevamo rinominata la sindrome di Istanbul. Non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio, avrei voluto sputarmi in faccia“.
Ecco invece il discorso di Benitez alla squadra, durante l’intervallo: “Non abbiamo niente da perdere. Dobbiamo combattere. Lo dobbiamo ai tifosi. Non lasciate che la vostra testa tremi. Siamo il Liverpool. State giocando per Liverpool. Non dimenticatelo. Dovete tenere la testa alta per i tifosi. Non è possibile definirsi giocatori del Liverpool ed avere la testa bassa. Lottate per 45 minuti. Se segniamo, siamo in corsa. Se credete che possiamo farcela, ce la possiamo fare. Avete la possibilità di essere eroi“.
Quella leggendaria finale ebbe inizio alle 20.45. Oggi, a quell’ora Benitez saprà se la sua avventura a Napoli si concluderà senza la qualificazione a quella Champions vinta esattamente dieci anni fa oppure se avrà la possibilità di giocarsi le sue chances nello scontro finale con la Lazio.
Articolo di Fabio Cotone